Radicchio con aceto balsamico e bruciatini

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Il radicchio con l’aceto balsamico e bruciatini è uno di quei piatti di tradizione romagnola e contadina di cui ho lunga memoria. Ricordo, da piccola, le sere invernali in cucina al caldo del camino,  con il rumore della pancetta che friggeva come sottofondo, seguito da un odore acre di aceto scuro. Andavamo tutti ghiotti di questo piatto, pertanto veniva preparato spesso. Ora il maiale lo lascio  rotolare felicemente tra terra ed erba, ma ai radicchi preparati così non rinuncio, mi piacciono troppo, quindi utilizzo il seitan al posto della pancetta. A casa mia anche il radicchio veniva cotto nell’aceto, mentre in alcune trattorie ho visto che viene lasciato crudo, come nell’insalata, servito con i cubetti e l’aceto aggiunto solo alla fine. Vi consiglio di provare entrambe le versioni per trovare la vostra preferita. Io uso i tegami di coccio per la cottura, perchè il calore viene trattenuto e rilasciato lentamente, ma va benissimo qualsiasi altro tegame. Ecco come prepararlo!

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Ingredienti per 2 persone:

un cespo di radicchio di media grandezza o l’equivalente peso di radicchio selvatico

2 fette di seitan

6 cucchiai di aceto balsamico

sale

pepe

olio evo

Procedimento: in un tegame di terracotta scaldate 4 cucchiai abbondanti di olio. Quando la temperatura è alta versate il seitan tagliati a dadini e fatelo rosolare girandolo spesso, fino a quando diventa croccante su tutti i lati. Salatelo e aggiungete il radicchio pulito e tagliato. Aggiungete l’aceto balsamico e coprite con un coperchio. Di tanto in tanto mescolate e poi ricoprite subito, per fare stufare. Dopo una decina di minuti togliete il coperchio e fate cuocere a fuoco leggero per altri 3/4 minuti, per ridurre il liquido in eccesso, qualora sia necessario. Spegnete, salate, pepate e servite caldo. Buon appetito!

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Con questa ricetta partecipo a 2 raccolte, cliccate sui loghi qui sotto per vedere di cosa si tratta.

Aggiungo prima una piccola nota in libertà: faccio outing, io non amo i contest, li trovo poco consoni al mio modo di pensare. Per chi non lo sapesse, i contest generalmente funzionano così: un blogger decide che dal giorno X al giorno Y tutti i partecipanti dovranno preparare una ricetta su un tema da lui deciso. Allo scadere verrà scelto il vincitore e verrà premiato con qualcosa acquistato da chi indice la competizione o, spesso, con un oggetto, a volte anche costoso, “offerto” dall’azienda Pincopallo. Cosa non mi piace di questo meccanismo? Innanzitutto l’aspetto economico, e mi rendo conto di essere molto radicale in questa posizione, che è la mia personalissima e assolutamente non voglio condizionare nessuno. L’azienda che mette in palio il frullatore di turno si fa pubblicità a bassissimo costo, il suo logo campeggia per settimane sui siti senza spendere quel che costerebbe comprare spazi pubblicitari. I blogger vengono  allettati a partecipare per ottenere questi premi,  e si genera un meccanismo di competizione che non fa proprio parte del mio modo di essere. La competizione pervade tutta la nostra società, abbiamo a che fare con lei sin da quando siamo piccoli per conquistarci il favore degli adulti o per prendere il voto più alto a scuola. Negli ambienti di lavoro, la cooperazione  (anche quella comunista così!) spesso e volentieri cede il passo a meccanismi di squaleggiamento (neologismo!) che non fanno che peggiorare le condizioni dei lavoratori e arricchire i vertici, liberissimi di cestinare il “perdente”di turno. Fare  un blog per me è l’occasione di esprimermi in libertà, di dare un contributo ad una causa in cui credo diffondendo uno stile alimentare più giusto per tutti, e quindi perdonatemi, ma non ho proprio voglia di passare il poco tempo che riesco a dedicare a questo spazio a competere per vincere 3 pacchi di pasta a discapito di qualcun altro che si sentirebbe meno bravo, e altrettanto non ho voglia di sentirmi meno brava perchè non valgo quei 3 pacchi di pasta. Per lo stesso principio qui non troverete pubblicità (se non quelle che mi impone wordpress che mi ostino a non voler pagare) anche se mi sono arrivate tante richieste  del tipo “ti mandiamo una scatola di capperi e olive e tu ci fai 5 ricette con il logo dell’azienda e il link al nostro sito”. A queste offerte ho sempre detto no, ci sono tanti professionisti che lavorano nel settore e credo sia giusto che le aziende si rivolgano a loro pagandoli adeguatamente, parlo di fotografi, grafici,  autori di contenuti, ecc..

Poi ci sono le raccolte, che invece amo, anche se non riesco a dedicarvi il tempo che meriterebbero. Le raccolte non sono competitive, non si vince nulla e non ci sono aziende coinvolte, semplicemente si collabora tutti assieme per creare un ricettario a tema. Bello, no? Decisamente io le preferisco! Ripeto ancora, perchè non voglio che qualcuno si senta giudicato o offeso, che queste sono le mie personalissime idee che possono essere condivise oppure no. Io la penso così, e per fortuna c’è sicuramente tanta gente che la pensa diversamente. Evviva la libertà di pensiero!

Mangiarbene

 

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14 thoughts on “Radicchio con aceto balsamico e bruciatini

  1. Ma sai che non conoscevo questo utilizzo dell’aceto balsamico… d’altronde non essendo della zona… L’abbinamento con il radicchio mi sembra ottimo!
    Condivido le tue osservazioni sulla pubblicità che anch’io cerco di limitare al minimo… adoro anch’io le raccolte e la tua è fra le mie preferite! Per i contest dipende da come sono impostati… alcuni li trovo interessanti…

  2. Anche a me piace molto l’accostamento radicchio-aceto balsamico, ma non conoscevo questa ricetta tipica in cui il radicchio visne otto con l’aceto.
    Di solito io faccio il radicchio sulla piastra e poi lo condisco col balsamico.
    La provo di sicuro la ricettina

  3. Mi fa davvero un sacco piacere che partecipi anche tu Capretta a Salutiamoci 🙂 non conoscevo questo piatto nemmeno nella versione originale, ma ovviamente questa è mille volte meglio,per noi e per il maialino 🙂

    Io personalmente non ho una visione così negativa dei contest, non mi piace vedere tutto con occhi così di sospetto e sfiducia! Non mi è mai capitato di sentirmi poi una nullità perchè non vincevo due pacchi di pasta, e se c’è qualcuno che la prende così..beh, il problema è suo! Io credo che si debbe riuscire a dare le cose il giusto peso..se tu non ti ci approcci in maniera competitiva ma con la voglia di riuscire a creare qualcosa di originale su un tema dato (un po’ come erano i compiti di scuola, alla fine!) puoi anche partecipare senza cadere nel vortice dell’opportunisimo e dei pestamenti di piedi. A volte servono per farti un po’ conoscere e per conoscere altri blog che magari ti erano sfuggiti…è vero che questo deve rimanere uno spazio personale, ma va avanti anche perchè ci sono persone che ti seguono..
    detto ciò, è vero che prima partecipavo senza criterio a quel che capitava, ora, e non solo per mancanza di tempo cerco di selezionare solo quelli che hanno una qualche importanza per me, come queste belle raccolte che hanno un fine nettamente superiore 🙂 peccato che non riesco ad avere un’organizzazione con la pubblicazione dei post, sennò parteciperei più spesso al Vegetal Monday!

    Ancora grazie per il contributo e buon inizio settimana!

  4. io la vedo così…dietro ad ogni contest ci sono delle persone, e io scelgo in base alla persona che ci sta dietro se partecipare o no.Non ho mai partecipato per i premi, ma ho partecipato per far capire a tutti quelli che non coniscono la nostra cucina, che si possono fare piatti sani e gustosi anche senza derivati animali.Questo per me è molto importante.Soprattutto quando si partecipa a contest in blog non vegan e non vegan friendly, e si propongono ricette con ingredienti “ai più” sconosciuti.sono in liena con te invece per quanto riguarda i prodotti “sponsorizzati”.
    le raccolte arricchiscono ed è bello lo scambio.

  5. Sono molto contenta di leggere tante riflessioni! Sono d’accordo con molte delle cose che dite, è doveroso fare dei distinguo, magari farò un post più specifico anche su questo. Ad esempio io ho partecipato ad alcuni contest perchè erano strutturati in un certo modo (Daria concordo con te) e chiaramente non c’erano guadagni aziendali, anche se la modalità competitiva non mi appartiene a prescindere. Quando ho partecipato è stato principalmente perchè invitata e perchè nutrivo stima nelle persone che organizzavano, ad esempio ho partecipato volentieri al contest “A tutta zucca” di Briciole di Cesca QB, tanto per capirci. Questo contest però, nel vasto panorama del web, per me rappresenta una delle belle ma poche eccezioni. Non è essere negativi riconoscere che ci sia del business anche dietro molti blog, mi pare abbastanza evidente vista la quantità di loghi aziendali che si vedono in giro (per non parlare poi di organizzazioni ben più strutturate). Poi se guardiamo ai blog vegan certamente è un fenomeno meno diffuso, a ciascuno le sue riflessioni sul perchè e percome!

  6. Ne abbiamo parlato tante volte a voce e, dopo la nostra lunga amicizia, penso di leggere oltre al post ‘per se’. Sai che mi trovi d’accordo sul malcostume di certi marchi che lucrano sulla pelle di chi inconsciamente si presta e che considero imprescindibile, almeno per me, tenere pulita la pagina del blog. La vita è breve e ognuno cerca il benessere come più gli si addice: forse io e te presentiamo tratti silvani che ci rendono iperselettive. Poi sai anche che sono sinceramente incuriosita da chi incontro nella vita reale e nel web, e che le motivazioni per rotolarsi nelle pubblicità e nel chiasso della rete mi divertono, più che suscitarmi sentimenti sprezzanti. Di certo trovo utile che tu abbia svelato, con eleganza ma con chiarezza, alcuni meccanismi, anche e soprattutto per chi è al di fuori del mondo blogger. Grazie :-*

  7. Mi chiedevo giusto cosa fossero i “bruciatini”. Ecco…. non posso negare che mi fa gola la ricetta originale, ma assaggerei volentieri anche la versione veganizzata. Bravissima, come sempre.

  8. wow!!! io da onnivora non mangerei mai la pancetta… brrrr :/// come dice la mia migliore amica frse sono una vegetariana che ancora non vuole accettarlo 😛 spettacolare questa ricettina.. anche io amo i radicchi!!! versatili e pieni di sapore 😛

  9. Sono perfettamente d’accordo con te sul discorso contest super sponsorizzati, ai quali non ho mai partecipato. L’idea di un contest in libertà, però, mi piace, perché permette di creare un po’ di brio e di sana competizione che serve a dare un po’ di pepe al normale tran tran 🙂 (vedi contest A tutta Zucca si Cesca, l’unico e solo contest a cui ho partecipato nella mia vita).
    Bellissima la tua ricetta, soprattutto nella versione vegan e splendide le foto.
    A presto!

  10. Una ricetta davvero gustosa che non mancherò di provare…anche perché io sono romagnola, ma non conosco la ricetta originale…mi sento in dovere di rimediare a questa mia ignoranza, e non potrei farlo se non in versione veg 😉 Grazie per la condivisione e a presto!

  11. mi son dimenticata! ti dispiacerebbe specificare che l’aceto usato è quello naturale senza additivi o coloranti? non si sa mai…;)
    grazie mille ancora

  12. Pingback: 100% vegetal monday | La Cucina della Capra

  13. Pingback: Cuor di Radicchio

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